Rassegna Grandi In Concerto, 2a edizione – 21 giugno 2025, 7°concerto CRESCENDO – BUON APPETITO COL CIBO DELLA CULTURA – CI ALZIAMO DALLA TAVOLA DECISAMENTE SODDISFATTI!

E ahimé siamo giunti all’ultimo appuntamento della 2a rassegna Grandi In ConcertoGiC, che ci ha regalato tantissime emozioni oltre a offerte cospicue – scopo finale di questi concerti rivelatisi altamente funzionali ad aiutare chi è in difficoltà. La benedizione del vescovo Mons.Francesco Alfano, al termine della presentazione di GiC avvenuta l’11 aprile – …sappiate tutti suonare e cantare, per rispondere no a un mondo che non ci piace… – si è avverata oltre le più rosee aspettative; l’esortazione del Parroco Don Angelo Castellano, che introducendo il primo concerto Gentle Sax del 2 maggio, ci augurava buon appetito col cibo della cultura, ha trovato piena rispondenza: le pietanze sono state molto ben assortite e variegate, per di più con porzioni decisamente abbondanti.
Il plauso della superba riuscita di questa seconda rassegna va innanzitutto a tutti gli allievi dell’Istituto Grandi – sarebbe meglio definirli professionisti, dato che si sono dimostrati tali; non solo, un enorme merito va anche ai docenti che hanno saputo motivare questi ragazzi dalle enormi potenzialità; alla Preside dell’Istituto Grandi, Prof.ssa Pasqua Cappiello, che ha saputo creare una vera e propria squadra sia tra i docenti sia tra gli studenti; alla Ma Emma Innacoli, direttrice artistica della rassegna, che ha preso molto a cuore il Grandi sotto ogni sfaccettatura, offrendo a queste giovanissime promesse di esibirsi davanti ad un pubblico e di mostrare il loro valore – opportunità che non sempre viene offerta – e regalando a noi spettatori dei brani non sempre conosciuti, col merito di far riscoprire artisti meno noti ma non per questo meno interessanti, accanto a mostri sacri come Beethoven, Mozart e molti altri, spaziando dalla musica classica al jazz e al pop con una scelta dei brani estremamente articolata e accattivante.
Naturalmente ringraziamo anche i Sindaci con i loro assessori e i Parroci che hanno reso possibili queste splendide esecuzioni, senza i loro interventi non avremmo assistito a nulla di tutto ciò; stasera ringraziamo la D.ssa Mina Minieri, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Massalubrense, che apre gli interventi introduttivi, seguita dalla D.ssa Sonia Bernardo, Assessore con deleghe alla Salute, Ambiente, Pari opportunità, Connettività ed ecologia. All’intervento della D.ssa Bernardo segue quelli della D.ssa Silvana Natale, alla quale va un infinito grazie.
Fautrice di questa rassegna, la D.ssa Natale ha saputo creare nel tempo una sinergia vincente tra le istituzioni politiche e religiose creando uno spirito comune di intenti; la sua creatura Cure della Strada, nata nel 2019, oggi è un faro per il territorio della Penisola Sorrentina, distribuendo assistenza medica gratuita grazie a iniziative come Farmaco Sospeso e Progetto Marotta, ma soprattutto tanta serenità.
Conclude la serie di interventi introduttivi la Prof.ssa Pasqua Cappiello, che ancora una volta ringraziamo immensamente per aver concorso anche lei alla riuscita di questa splendida serata, passando alla presentazione delle due concertiste.
Siamo a Massalubrense, ospiti di un luogo di meditazione e ascesi, precisamente nel Monastero di S.Teresa delle Carmelitane Scalze alle quali va il più sentito ringraziamento e una immensa gratitudine per averci consentito di godere di questa atmosfera magica, insieme alla Ma Innacoli, che ha strutturato CRESCENDO proprio in funzione di questo sito.
Le protagoniste di stasera sono la bravissima flautista Annapaola Cafiero con la Prof.ssa Annalisa Pepe al pianoforte.
Il primo brano di Crescendo è Les folies d’Espagne di Marin Marais (Parigi, 1656 – Parigi, 1728) per flauto solo.
Marais, compositore nonché gambista – suonatore di viola da gamba, strumento a sei o sette corde, quest’ultima diffusa prevalentemente in Francia, è stato un importante esponente della musica barocca.
Les Folies è qui da intendersi come folìa – in spagnolo, follia in italiano – uno dei più antichi temi musicali europei , ovvero il materiale primario, generalmente melodico, di una composizione di cui si abbia memoria. La folìa esiste in due versioni, precoce e tardiva, la prima delle quali è più veloce. Le prime esecuzioni si datano attorno al XVI secolo, ma è probabile che esistano versioni ancora precedenti.
La folìa che qui ascoltiamo viene realizzata nel 1701 all’interno del 2° libro di Pezzi per viola.
Il brano successivo è Hamburger Sonate per flauto e basso continuo in SOLmaj di Carl Emmanuel Philippe Bach, 5°figlio del noto Johann Sebastian Bach.
Degno successore del padre, comporrà numerosissime opere; la sonata in questione è del 1786.
Passiamo quindi a Romance for flute and piano in SOLmaj, op.41 del flautista francese Georges Brun (1878-1961), del quale si sa molto poco. Pubblicata nel 1905 dall’editore Henry Lemoine, questa romanza viene dedicata al flautista francese Georges Barrère, emigrato a New York. Barrère sarà un importante insegnante di flauto per molti salutisti americani; il 16 febbraio 1936 presenterà il suo nuovo flauto interamente costruito in platino, ispirando il compositore Edward Varèse a scrivere il pezzo Density 21,5 – ultimo brano qui rappresentato.
Dopo Romance for Flute è la volta di Barcarola e scherzo di Alfredo Casella (Torino, 1878-Roma, 1947), eseguita nel 1903 e ispirata alle 13 barcarolles di Gabriel Fauré.
Figura fondamentale della musica italiana – compositore, pianista, direttore d’orchestra, musicologo, didatta e revisore – Casella si forma nei suoi primi anni fra Torino e Parigi; dopo aver studiato il pianoforte fin da piccolissimo sotto la guida dei genitori, a tredici anni è allievo al Conservatorio di Parigi, dove studia composizione con Gabriel Fauré – che abbiamo già apprezzato durante il primo concerto Gentle Sax – e con Maurice Ravel, col quale i rapporti diventano così aspri da spingere il giovanissimo Casella ad abbandonare il Conservatorio dopo solo due anni e a proseguire gli studi da autodidatta, ma questo non gli impedirà di raggiungere risultati a dir poco notevoli, grazie anche all’enorme ammirazione che nutre per Debussy, dopo aver ascoltato nel 1898 il suo Prelude à l’après-midi d’un faune.
Nel 1908 esordisce come direttore d’orchestra a Montecarlo con la sua prima sinfonia scritta nel 1906, ispirandosi al tardo-romanticismo di R.Strauss e G.Mahler.
scrive centinaia di opere, sia opere liriche e per la scena, sia musica sinfonica, sia pagine pianistiche, sia musica da camera – Barcarola e scherzo è la prima di quest’ultimo gruppo di 11 opere, – sia musica vocale, oltre a svariati libri sullo studio del pianoforte e sulla valorizzazione di artisti come Strawinski e Beethoven e delle cronache musicali sulla musica al tempo dell’aereo e della radio tra il 1925 e il 1946.
Rientrato in Italia durante la 1a guerra mondiale, insegna pianoforte al Conservatorio di S.Cecilia a Roma, oltre a svolgere una prolifica attività di organizzatore musicale e animatore culturale, tra cui l’Accademia Musicale Napoletana da lui fondata a Napoli nel 1933 con lo scopo di valorizzare caratteristiche e significati della cultura musicale italiana.
Il brano conclusivo è Density 21,5 per flauto solo, di Edgard Varèse.
L’opera viene composta nel gennaio 1936 espressamente per la presentazione del nuovo flauto di G.Barrère – al quale viene dedicata anche la partitura – il 16 febbraio 1936 alla Carnegie Hall di New York, in occasione di un concerto di beneficenza per il liceo francese Lily Pons di New York. Il titolo si riferisce al particolare materiale con cui è stato costruito il flauto di Barrère, il platino, la cui densità – peso specifico – è proprio di 21,5 – 21,45 g/cm3 per essere esatti.
Sicuramente la più suonata di tutte le opere di Varèse e per molto tempo la sola conosciuta, Density 21,5 rappresenta sicuramente un punto di svolta nell’evoluzione delle nuove tecniche strumentali del flauto. Interesse costante di Varèse è stato lo studio della materia sonora, che a volte, spinta alle estreme conseguenze si inoltra nel campo del rumore.
L’introduzione del colpo di chiave come rafforzamento del modo di attacco rappresenta sicuramente un elemento sonoro nuovo, che non si inquadra solo come novità tecnica ma anche come conseguenza di un pensiero coerente che il compositore porterà sempre avanti.
Il breve brano, oltre ad essere uno dei più importanti pezzi del repertorio flautistico del Novecento, riconosciuto anzi come il capolavoro del flauto dai virtuosi di questo strumento; rappresenta anche un punto di inizio della ricerca e dell’esplorazione delle risorse tecniche, timbriche ed effettistiche dello strumento, che porterà poi, a partire dalla fine degli anni ’50 e per tutti gli anni ’60 e ’70, ad una scrittura sempre più sofisticata, facendo ricorso a volte alle tecniche strumentali più ricercate e complesse.
Al termine della rappresentazione viene intervistata la D.ssa Mina Minieri, che testualmente asserisce: Dal 25 maggio 2024 a oggi ho riscontrato effetti molto positivi, infatti parecchie famiglie hanno iniziato a rivolgersi a CdS con estrema fiducia.
In quest’ultimo anno CdS ha ricevuto parecchie donazioni, evidenziando quanto CdS sia importante per aiutare lo sviluppo sociale di questo territorio, e il concerto di stasera ce lo ha pienamente dimostrato.
A questo proposito, voglio esprimere il mio più vivo e sincero ringraziamento per la Ma Emma Innacoli per aver concepito CRESCENDO proprio per il Monastero di S.Teresa, dimostrando inequivocabilmente che la fede e la musica si incontrano perché sono due facce della stessa medaglia: la fede senza le opere è vana e le opere senza la fede sono vane.
Quest’anno abbiamo assistito alla riuscitissima rivalutazione del rapporto tra i ragazzi del Grandi e CdS, motivo per cui per l’anno prossimo vorremmo coinvolgere a questo scopo anche altre realtà territoriali, estendendo così il flusso di energia positiva di cui tutti stasera abbiamo beneficiato.
Ed è con l’augurio della D.ssa Minieri che lasciamo felicissimi il Monastero. L’appetito è stato pienamente soddisfatto, il bilancio è più che positivo. I sette concerti hanno prodotto circa 5.000,00 euro pronti ad essere utilizzati per il bene di chi ha bisogno, ma in realtà per il bene della collettività.
Ci lasciamo con il desiderio di godere in futuro di dieci, cento, mille di queste tavole così imbandite. Appuntamento alla prossima edizione!

Autore: Luca Isaja

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